Il profeta Osea
08 Marzo 2015
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Italia
con GIANFRANCO CARD. RAVASI, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.
Esperto biblista ed ebraista, è stato Prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano e docente di Esegesi dell’Antico Testamento alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Il Cardinale Ravasi collabora a giornali - per quindici anni al quotidiano Avvenire e attualmente aL'Osservatore Romano e a Il Sole 24 Ore - e cura trasmissioni televisive, come la rubrica domenicale Le frontiere dello Spirito su Canale 5.
In Osea il volto di Dio è anzitutto quello di uno sposo, di un innamorato. Dio vive tutta la gamma dei sentimenti di un innamorato. C’è un finissimo studio psicologico del profeta trasferito in Dio, un sentimento di amore-odio che prova nei confronti della donna che lo tradisce. Dio sperimenta in sé lo sconvolgimento tragico della persona che si sente tradita: Dio non è indifferente, la sofferenza di Dio è atto d’amore. Dio non dovrebbe soffrire, dato che la sofferenza è segno del limite della creatura. In realtà c’è un dolore, una sofferenza che è pienezza e non imperfezione. Il dolore della madre per il figlio che soffre, il dolore dell’innamorato nei confronti della persona amata, questo dolore di donazione è un aspetto positivo, è un aspetto di generosità, di grandiosità dell’amore di Dio e dell’uomo.