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Qualche parola sulla comunità
A partire dai primi secoli vi sono stati uomini e donne, chiamati ben presto monaci, che hanno abbandonato tutto per tentare di vivere l’evangelo nel celibato e riuniti in comunità
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A partire dai primi secoli vi sono stati uomini e donne, chiamati ben presto monaci, che hanno abbandonato tutto per tentare di vivere radicalmente l’evangelo nel celibato e riuniti in comunità.
Bose si innesta in questa tradizione, propria dell’oriente e dell’occidente cristiani, per vivere oggi il progetto del monachesimo, sotto la guida di una regola e di un padre spirituale, chiamato priore, che hanno il compito di rimandare costantemente all’unica luce dell’evangelo di Gesù Cristo.
- «Bose» è una comunità monastica di uomini e donne provenienti da chiese cristiane diverse
- è una comunità monastica in ricerca di Dio nel celibato, nella comunione fraterna e nell’obbedienza all’evangelo
- è una comunità monastica presente nella compagnia degli uomini e al loro servizio
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La Comunità monastica di Bose è stata canonicamente approvata cf. decreto del Vescovo di Biella, mons. Massimo Giustetti in data 11 luglio 2000 che ne ha anche approvato lo statuto e l’annessa regola monastica. L’attuale Ordinario di Biella, mons. Gabriele Mana ha confermato la suddetta acquisizione della personalità giuridica e approvato le modifiche allo statuto con decreto in data 29 giugno 2010. La regola monastica era stata approvata dal card. Michele Pellegrino di Torino in occasione della professione dei primi sette fratelli il 23 aprile 1973 e confermata dal suo successore, il card. Anastasio Ballestrero il 6 agosto 1978.
La comunità nasce l’8 dicembre del 1965, giorno in cui si chiude il concilio Vaticano II, quando Enzo Bianchi decide di iniziare a vivere, solo, in una casa affittata presso le cascine di Bose. I primi fratelli giungono tre anni dopo, e fra essi una donna e un pastore evangelico. Da allora, al mattino, a mezzogiorno e alla sera, si celebra la liturgia delle ore cantata, si lavora, si pratica l’accoglienza, si studia la Scrittura e la tradizione monastica, e si vive la faticosa ma feconda avventura comunitaria.
Oggi la comunità è formata da circa ottanta persone, uomini e donne, alcuni dei quali evangelici e ortodossi, cinque presbiteri e un pastore. Senza averlo ricercato, ma per un grande dono dello Spirito, fin dall’inizio hanno fatto parte della comunità cristiani appartenenti a confessioni diverse. Di questo dono si è cercato di fare un impegno per l’unità di tutti i cristiani, nella fedeltà alla parola di Cristo: “Che tutti siano una sola cosa”.
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Alla preghiera comunitaria, nei tre uffici quotidiani, fa eco nella vita di ogni fratello e ogni sorella la preghiera personale, anzitutto la lectio divina, offerta ogni giorno anche agli ospiti da un membro della comunità. Il sabato sera, in preparazione all’eucaristia domenicale, comunità e ospiti si ritrovano per la veglia comunitaria, nel corso della quale si ascoltano insieme i testi biblici della domenica e il priore, o un fratello da lui incaricato, aiuta a cogliere l’unità spirituale che caratterizza i brani della Scrittura proposti dal lezionario.
Qual è la vita dei fratelli e delle sorelle a Bose? È una vita semplice, tendente all’essenziale: una vita cenobitica fatta di preghiera e lavoro. Non c’è infatti un’opera propria della comunità monastica, se non quella di credere e vivere in colui che Dio ha mandato: Gesù Cristo. Tutti i membri della comunità lavorano, guadagnandosi da vivere con le proprie mani, come tutti gli altri uomini e sull’esempio degli apostoli e dei padri. Frutteto e orto, atelier di ceramica, di icone, la falegnameria, una casa editrice, la tipografia, così come la ricerca biblica e catechetica sulla grande tradizione ebraica e cristiana sono alcune delle attività professionali sviluppate fino a oggi, a servizio della comunità e delle chiese locali che spesso manifestano l’esigenza di compiere un piccolo tratto di strada in compagnia della comunità, per approfondire assieme ad essa temi di carattere biblico e spirituale.
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La nostra comunità non riceve finanziamenti di nessun tipo e vive unicamente dei proventi del lavoro dei suoi membri: con questo spirito vuole restare un luogo di accoglienza aperto a tutti. Per le spese dell’ospitalità chiediamo a ciascuno di partecipare liberamente nella misura delle sue possibilità. Dal nostro lavoro e dalla vostra sensibilità dipende la possibilità di non escludere nessun ospite per motivi economici.
L’ospitalità è un ministero praticato fin dalle origini del monachesimo. A Bose tutti sono accolti, ma soprattutto coloro che cercano un’occasione per confrontarsi o per saggiare la vita comunitaria, e quanti hanno bisogno di un luogo in disparte, nel quale sostare in silenzio. La nostra comunità pratica l’accoglienza di tutti, ma soprattutto di chi vuole condividere la nostra preghiera e la nostra vita, o di chi cerca un luogo per confrontarsi con dei fratelli sui problemi del mondo e della chiesa.
Priore Bose
Nato a Locorotondo (BA) il 24 marzo 1968, Sabino Chialà entra nella Comunità monastica di Bose il 4 ottobre 1989 ed emette la professione definitiva nella festa della Trasfigurazione del 1997. Nel 2013 gli viene affidata la responsabilità della Fraternità di Ostuni, che mantiene fino al 2019 quando viene nominato maestro dei novizi a Bose, incarico che esercita fino alla sua elezione a priore, avvenuta il 30 gennaio 2022.
Nel 1996 si laurea in Lettere Classiche all’Università di Torino, mentre presso l’Università Cattolica di Louvain-la-Neuve (Belgio) ottiene dapprima la laurea (1996) e successivamente (2007) il Dottorato in Filologia e Storia Orientali con lavori dedicati a Isacco di Ninive.
Nel 2009 è nominato accademico fondatore della Classe di studi sul Vicino Oriente, dell’Accademia Ambrosiana di Milano e dal 2010 al 2018 è presidente di “Syriaca”, Associazione degli studiosi di siriaco in Italia.
È stato professore invitato presso la Facoltà di Teologia dell’Università Ortodossa di Balamand (Libano) negli anni accademici 2004/2005 e 2016/2017 e presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme negli anni accademici 2008/2009, 2010/2011 e 2012/2013.
Dal 2014 è membro cattolico della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa.
Tra le sue pubblicazioni presso le Edizioni Qiqajon di Bose:
- Isacco di Ninive, Un'umile speranza, a cura di S. Chialà, Qiqajon, Bose 1999
- “Discese agli inferi”, Qiqajon, Bose 2000;
- Isacco di Ninive, Discorsi ascetici. Terza collezione, a cura di S. Chialà, Qiqajon, Bose 2004;
- Abramo di Kashkar e la sua comunità. La rinascita del monachesimo siro-orientale, Qiqajon, Bose 2005;
- Parole in cammino. Testi e appunti sulle dimensioni del viaggiare, Qiqajon, Bose 2006;
- Silenzi. Ombre e luci del tacere, Qiqajon, Bose 2010;
- La perla dai molti riflessi. La lettura della Scrittura nei padri siriaci, Qiqajon, Bose 2014;
- Pensare e dire. Alcuni spunti per praticare coscienza e parresia, Qiqajon, Bose 2021;
- Isacco di Ninive, Discorsi ascetici. Prima collezione, a cura di S. Chialà, Qiqajon, Bose 2021.
Presso altri editori:
- Libro delle parabole di Enoc. Testo e commento, Paideia, Brescia 1997;
- Dall'ascesi eremitica alla misericordia infinita. Ricerche su Isacco di Ninive e la sua fortuna, Olschki, Firenze 2002.
- La vita spirituale nei padri del deserto, Associazione Culturale “Kairós”, Palermo 2004 (ried.: Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2006);
- Isacco di Ninive. Terza collezione, a cura di S. Chialà, Peeters, Lovanii 2011;
- L’uomo contemporaneo. Uno sguardo cristiano, Morcelliana, Brescia 2012;
- Perdono e speranza. Risanare il tempo, Morcelliana, Brescia 2016;
- Discernimento degli uomini e giudizio di Dio, Morcelliana, Brescia 2018;
- Lo Spirito Santo e noi. Meditazioni sugli Atti degli apostoli, EDB, Bologna 2019;
- Cristiani in una società plurale. La paradossale cittadinanza dell’A Diogneto, Messaggero, Padova 2020;
Notizie
Finestra sul dialogo
Finestra ecumenica è anche una newsletter di informazione e formazione su quanto accade nelle Chiese cristiane con una nostra lettura degli eventi ecumenici più significativi. Particolare attenzione è data alle realtà ecclesiali e monastiche con cui da sempre si è intrecciata la nostra storia di comunità ecumenica.
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Una regola per la vita
“Fratello, sorella, uno solo deve essere il fine per cui tu scegli di vivere in questa comunità: vivere radicalmente l’Evangelo. L’Evangelo sarà la regola, assoluta e suprema. Tu sei entrato in comunità per seguire Gesù. La tua vita dunque si ispirerà e si conformerà alla vita di Gesù descritta e predicata nell’Evangelo” (Regola di Bose § 3).
Così la nostra regola monastica pone se stessa come ancilla del Vangelo, un servizio reso ai fratelli e alle sorelle della comunità perché possano camminare più speditamente e insieme sulle tracce di Cristo.
Durante la celebrazione della compieta domenicale, il priore fr. Luciano sta commentando in modo continuativo il testo della nostra regola monastica nella forma di ammonizioni. Dal latino ad-monere, in cui monere significa “ricordare”, l’ammonizione è un far ricordare ciò che si può dimenticare, è un rimandare il corpo comunitario all’essenziale della sua vocazione, un riportarlo ai fondamenti della sua vita e all’autenticità del segno che è chiamato ad essere di fronte alla Chiesa e al mondo.
Pubblicandole nel sito, le offriamo come aiuto alla vita spirituale di coloro che le leggeranno: queste parole non dicono nulla di nuovo, ma potranno aiutare ciascuno – nella condizione di vita in cui si trova – ad ascoltare la voce del Signore che chiama sempre alla conversione e al ritorno al Vangelo, regola di vita di ogni cristiano.