Collaborare al disegno di salvezza


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3 febbraio 2024
Marco 6,30-44 (Lezionario di Bose)

In quel tempo 30gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. 34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. 35Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; 36congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». 37Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». 38Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». 39E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull'erba verde. 40E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. 41Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. 42Tutti mangiarono a sazietà, 43e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. 44Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.


“Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Oggi più che mai emerge dal testo evangelico la cura che Gesù ha verso i suoi discepoli e verso la folla che lo segue senza tregua. 

I discepoli sono di ritorno dalla loro prima missione di evangelizzazione: da loro trapela entusiasmo per quanto hanno compiuto, e forse si sentono anche arricchiti dell’esperienza di incontri che hanno avuto. Gesù si prende cura di loro. Ora che sono tornati, li vede affaticati. Del resto era ben consapevole di cosa aveva chiesto loro di fare e di come farlo. Andare due a due, senza prendere nient’altro che un bastone: né pane, né sacca… per chiamare a conversione e curare la gente che incontravano.

Non c’è bisogno che siano loro ad invocare un po’ di tranquillità. Gesù li comprende e li previene: “Venite in disparte”. Egli dimostra di conoscere e di voler rispettare i ritmi dell’esistenza, il necessario alternarsi dei momenti operativi e dei momenti distensivi. Non si può sempre reggere con lo stesso ritmo. Anche il non fare è importante. 

La preoccupazione di Gesù non soltanto è rivolta a ritemprare le forze fisiche, ma anche risponde all’esigenza di riflettere sul senso di quello che si fa. Ma questo non è possibile se non si prendono le distanze dalle situazioni abituali. Fino a quando si è immersi nel fare, non c’è modo di vederci chiaro, valutare, mettere in ordine. Gesù sembra voler dire ai suoi discepoli: “Avete incontrato tante persone e tante vicende umane. Siete ancora pieni di emozioni, avete ancora il cuore in tumulto. Cerchiamo un po’ di pace per filtrare tutta questa esperienza”.

Questo momento di solitudine è orientato ad approfondire ciò che si è vissuto per renderlo più saldamente aderente al disegno di salvezza a cui anche i discepoli sono invitati a collaborare. In questa prospettiva non trova spazio nessuna forma di rigidità, ma piuttosto è fondamentale il saper scegliere secondo la legge della comunione. Secondo questo spirito Gesù agisce provando quella compassione che lo muove ad accogliere la folla che li aveva seguiti anche in quel luogo deserto. 

In questa seconda scena Gesù si prende cura esplicitamente della folla dando loro da mangiare e aggiungerei che si prende cura anche dei discepoli. Essi risolverebbero la situazione nel modo più veloce e forse realistico. Gesù, invece, li sprona a provvedere loro il cibo per la folla. In questo modo li spinge a pensare alla gente non come un qualcosa a cui offrire delle soluzioni senza coinvolgersi, ma li sprona a cercare in loro stessi delle risorse per andare incontro al bisogno della folla

In questa scena succede ancora più di quello che potremmo immaginarci. I discepoli oltre ad agire attivamente coinvolgono la gente stessa a contribuire al gesto di Gesù della moltiplicazione dei pani e dei pesci. 

La cura di Gesù verso i discepoli, la folla e infine anche verso di noi è proprio quella di risvegliare una fiducia che ci permette di collaborare a quel disegno di salvezza che Gesù è venuto a realizzare. Il miracolo consiste nel riconoscere in noi quel seme del Regno dei cieli che Dio ha posto dentro ciascuno di noi. Sta a noi crederci, averne cura e farlo crescere.

sorella Beatrice


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