11 novembre
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MARTINO DI TOURS (317-397)
monaco e pastore
Martino nacque nel 317 in Pannonia, l'odierna Ungheria, ed era figlio di un soldato romano. Tutto ciò che si conosce di lui è dovuto al suo biografo, Sulpicio Severo, che lo fece amare in tutto l'occidente. Costretto dal padre ad arruolarsi nell'esercito imperiale, nei venticinque anni di servizio prestato all'imperatore, Martino ebbe modo di incontrare e di accogliere la fede cristiana. La leggenda vuole che la svolta decisiva della sua vita avvenisse alle porte di Amiens, quando il giovane soldato, ancora catecumeno, donò a un povero la metà del proprio mantello, dopo averlo tagliato in due con la spada. La notte successiva, Martino vide in sogno che il Cristo stesso era rivestito del mantello che egli aveva offerto a quel mendicante. Lasciato l'esercito, Martino si diede alla vita monastica, fondando a Ligugé, assieme a Ilario, il primo monastero della Gallia. Eletto vescovo di Tours, egli restò fedele alla sua vocazione monastica, e fondò a Marmoutiers un cenobio che rimase fino alla fine la sua dimora. Per questo suo genere di vita, fondato sulla comunione fraterna, la condivisione dei beni, la preghiera comune e la predicazione, Sulpicio lo definì «Uomo veramente simile agli apostoli». Martino si prodigò fino all'ultimo dei suoi giorni per annunciare il vangelo nelle campagne, creando le prime parrocchie rurali. Morì a Candes, nei pressi di Tours, l'8 novembre del 397, e fu il primo santo che non aveva subito il martirio a essere ricordato nella chiesa indivisa.
TRACCE DI LETTURA
Un giorno il diavolo, dopo essersi fatto precedere da una luce abbagliante, avvolto in essa per trarre più facilmente in inganno Martino grazie alla luminosità dello splendore che aveva assunto, vestito con abiti regali, coronato di un diadema di gemme e d'oro, con calzari ricamati in oro, il volto disteso e l'espressione lieta, si presentò a Martino che pregava nella sua cella. Non appena lo vide, Martino rimase di sasso: tutti e due osservarono a lungo un silenzio assoluto. Poi il diavolo per primo disse: «Riconosci, Martino, colui che vedi. Io sono il Cristo. In procinto di ritornare sulla terra, ho deciso dl manifestarmi dapprima a te». Martino rispose: «Per quanto mi riguarda, io non crederò che Cristo sia venuto se non in quella veste e con quell'aspetto in cui subì la passione, se non porterà i segni della croce».
(Sulpicio Severo, Vita di Martino 24,4-7)
PREGHIERA
Signore,
Dio di tenerezza e d'amore,
Martino, nel povero,
ti ha rivestito del suo mantello
e tu, nel battesimo,
lo hai rivestito dell'uomo nuovo,
fino a costituirlo
pastore del tuo popolo:
concedici in questa sua memoria
di ravvivare
la nostra compassione per gli ultimi
e di rinnovare la nostra conversione
verso di te, o Padre.
Per Cristo nostro Signore.
LETTURE BIBLICHE
Mi 6,6-8 (o Is 61,1-3); Mt 25,31-40
TEODORO STUDITA (759-826)
monaco
In questo stesso giorno, nell'826, conclude la sua radiosa parabola terrena Teodoro Studita, confessore della fede e riformatore della vita monastica in Oriente. Nato nel 759 da una nobile famiglia della capitale bizantina, Teodoro entrò in un monastero dell'Asia Minore a 22 anni, assieme al padre e ai fratelli. Convinto testimone della fede apostolica, egli conobbe in vita esili e persecuzioni. In un tempo di lotte iconoclastiche difese infatti l'uso delle immagini nella liturgia, e contestò i comportamenti antievangelici degli imperatori, attirandosi ogni sorta di ostilità. Costretto dalle incursioni arabe a rientrare a Costantinopoli, Teodoro fu eletto igumeno del monastero di Studio. Mosso dal profondo desiderio di rinnovare la vita monastica in senso cenobitico, egli fece di Studio un centro monastico il cui irradiamento si estenderà nelle epoche successive. Il Typikón (la regola) di Studio ispirerà infatti numerosissimi ordinamenti comunitari dell'oriente bizantino. La testimonianza di fede di Teodoro è giunta a noi attraverso la collezione delle sue Catechesi, in cui ogni giorno l'igumeno di Studio spezzava il pane della Parola per i suoi fratelli, fortificandoli nella fede e invitandoli a una sequela radicale di Cristo. Il messaggio dei suoi scritti, profondamente umano e cristiano prima ancora che monastico ha nutrito spiritualmente intere generazioni di cristiani orientali.
TRACCE DI LETTURA
Fratelli, se anche noi desideriamo camminare sulle tracce dei santi, non limitiamoci ad osservare ciò che può giovare a noi stessi, ma preghiamo per il mondo intero, avendo compassione di quanti vivono una vita deviata, di coloro che si ostinano nell'eresia, di quanti sono trascinati alla perversione, di coloro che vivono nelle tenebre; in poche parole, per tutti gli uomini, secondo la raccomandazione dell'Apostolo, facciamo preghiere e suppliche. In questo modo, prima ancora di rendere servzio agli altri, gioveremo a noi stessi, poiché saremo penetrati e purificati dal dolore che sorge di fronte alla scoperta che anche in noi abitano le passioni malvage; purificati e liberati dalla passione, ci sia concesso di ottenere la vita eterna in Cristo nostro Signore, al quale appartengono la gloria e la potenza con il Padre e lo Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.
(Teodoro Studita, Piccola catechesi 52)
PREGHIERA
O Dio,
che per mezzo del santo abate Teodoro
hai dato nuovo impulso
e splendore alla vita cenobitica,
fa' che noi,
conformandoci alla passione di Cristo
nella perseveranza,
possiamo divenire partecipi del suo regno.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
LETTURE BIBLICHE
2Cor 4,7-15; Gv 15,1-8
L'11 novembre del 1855 si spegne a soli quarantadue anni nella nativa Copenaghen Søren Aabye Kierkegaard, filosofo, teologo luterano e testimone di una spiritualità radicalmente evangelica. Ereditata in gioventù dal padre una marcata simpatia per i grandi esponenti del pietismo tedesco, alla morte del genitore, Søren entrò in possesso anche di un lascito cospicuo che gli permise di dedicarsi alla ricerca intellettuale e di pubblicare a proprie spese i libri - moltissimi - che scriverà nella pur breve esistenza. Formatosi in un mondo pervaso dal pensiero hegeliano, Kierkegaard si ribellò interiormente ai suoi maestri e prese a ricercare una verità diversa da quella dell'idealismo, proponendo un accesso alla verità attraverso la «via della vita». La verità cristiana è infatti per Kierkegaard non quella derivante dall'unità razionale di un sistema di pensiero, bensì quella derivante dall'esperienza personale, l'unica per cui valga la pena di vivere e di morire. Per Kierkegaard l'incontro con Dio avviene soltanto nell'umiliazione dell'intelligenza, quando l'uomo, vinta ogni illusione di poter conoscere la verità con le sole proprie forze, vive rapito e assorto nel senso delle cose eterne e le testimonia accanto agli altri giorno dopo giorno. Il teologo danese espresse questa eccedenza di senso dell'esperienza religiosa soprattutto nelle sue opere poetiche e in brevi ma dense meditazioni religiose. L'influsso dei suoi scritti sul pensiero etico e soprattutto religioso del XIX e del XX secolo fu enorme. Con la sua parresia evangelica egli criticò pensatori e pastori illustri del suo tempo, ridando respiro alla fede e alla cultura cristiane che rischiavano di arenarsi nelle secche del dogmatismo.
TRACCE DI LETTURA
O santo Spirito, noi ti preghiamo per noi e per tutti.
O Spirito di vita, qui non mancano forze, educazione, prudenza:
no, anzi ce n'è fin troppo.
Ciò di cui abbiamo bisogno è che tu ci tolga la forza che ci porta a perdizione: prendila e donaci la vita. Certamente l'uomo prova un brivido mortale quando tu, per diventare la sua forza spirituale, lo privi della forza naturale.
Oh, se le stesse creature irragionevoli capiscono alla fine il bene che loro viene poi quando il cocchiere regale prende in mano le briglie - ciò che dapprima le faceva rabbrividire in un moto di ribellione -, non sarebbe l'uomo in grado di comprendere quale beneficio tu gli fai quando gli togli la forza e gli dai la vita?.
(S. Kierkegaard, Allo Spirito santo)
LE CHIESE RICORDANO...
ANGLICANI:
Martino, vescovo di Tours
CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Martino di Tours, vescovo
COPTl ED ETIOPICI (2 hatūr/ḥedār):
Pietro III (+ 490 ca), 27° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Abba Libanos (V-VI sec.), monaco (Chiesa etiopica)
LUTERANI:
Martino di Tours, vescovo e benefattore in Gallia
MARONITI:
Martino, vescovo di Tours
Mena d'Egitto (+ 304), martire
ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Mena d'Egitto, martire
Vincenzo di Saragozza, diacono, e Valerio (+ 304), vescovo, ieromartiri
Teodoro Studita, igumeno e confessore
Serapione Zarzmeli (IX sec.), igumeno (Chiesa georgiana)
VETEROCATTOLICI:
Martino di Tours, vescovo