Les âges de la vie spirituelle. Conclusions
La morte in Cristo
Paul Evdokimov scriveva che “la fine del mondo non ha un domani terrestre. La morte non è per nessuno un giorno del calendario, e perciò la morte di ciascuno, come la fine del mondo, è per oggi; come pure non è domani, ma è il giorno stesso del pasto eucaristico che si entra nel regno”.
Ieri abbiamo colto l’occasione di una profonda meditazione sul senso cristiano della morte e su come Gesù Cristo ha narrato Dio proprio morendo come uomo. La tavola rotonda ha mostrato come questa sia la speranza cristiana: le età della vita umana non sono solo delle fasi biologiche, ma conservano in sé un’apertura spirituale. Queste tappe spirituali si ritrovano anche nella storia della Chiesa. È forse venuto il tempo di rileggere la storia della Chiesa in modo ecumenico, di rileggerla insieme non soltanto sotto il segno della verità-norma, ma anche sotto il segno della memoria fedele.
Una simile prospettiva ci guida allora a comprendere in modo più attuale anche l’insegnamento di un santo quale Gregorio Palamas, in cui la divinizzazione come compimento dell’umano diventa il paradigma della vera vita.
Il tempo della vita nella chiesa, nell’attualità dell’oggi eucaristico che apre agli ultimi tempi, delinea un’apertura etica. È la liturgia dopo la liturgia. La speranza cristiana significa dare speranza: ai disperati, ai diseredati, ai cacciati, agli esuli, ai profughi di guerra.
Questa speranza concretamente vissuta diventa anche un’apertura ecumenica per compiere insieme quella che Paul Evdokimov, alla conclusione del suo libro sulle Età della vita spirituale, definiva “epiclesi ecumenica”. Il vangelo ci parla dei violenti che s’impadroniscono del regno, ma uno dei segni dell’approssimarsi del regno, scrive Evdokimov, è l’unità del mondo cristiano ancora non visibile. In quest’attesa dell’ultimo compimento prende vita la speranza:
“La grande speranza cristiana, la preghiera di tutte le chiese sale per articolare un’epiclesi ecumenica, per invocare lo Spirito Santo e la sua discesa sul miracolo possibile dell’unità. È il nostro desiderio ardente e la nostra preghiera ardente. Il destino del mondo dipende dalla risposta del Padre ma questa risposta è sospesa la nostra trasparente sincerità, alla purezza del nostro cuore”.
ADALBERTO MAINARDI
a nome del comitato scientifico
di spiritualità ortodossa