Mai un uomo ha parlato così!

Davide Benati Arpabirmana, 1989 acquarelli,olio,fiore secco su carta intelata, cm. 60x90
Davide Benati Arpabirmana, 1989 acquarelli,olio,fiore secco su carta intelata, cm. 60x90

27 aprile 2024

Gv 7,40-53

In quel tempo 40alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». 41Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? 42Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?». 43E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. 44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui.
45Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». 46Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». 47Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? 48Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? 49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 50Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: 51«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». 52Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». 53E ciascuno tornò a casa sua.


Il Quarto Vangelo sta raccontando di Gesù che sale a Gerusalemme, da buon ebreo, per la festa. Mentre già "i giudei cercavano di ucciderlo" (Gv 7,1), Gesù sale "quasi di nascosto" (Gv 7,10) e al tempio comincia a insegnare destando grande stupore ma anche disprezzo. La sua persona non può non interrogare, e la gente si arrovella a domandarsi quale sia la sua origine, perché del Cristo - ossia del Messia - si diceva che nessuno dovesse sapere da dove venisse (cf. Gv 7,27).

Nel brano di oggi compare dunque il vociferare della gente, i diversi pareri, le impressioni suscitate da quell'uomo tanto simile e tanto distinto dagli altri, da quell'uomo che aveva appena osato annunciare l'acqua viva dello Spirito che avrebbe elargito ai credenti in lui dopo che sarebbe stato glorificato.

È proprio sentendo queste parole che prende avvio lo scambio, che viene fuori un chiaro "dissenso riguardo a lui", a Gesù. Un dissenso volto a eliminare quest'uomo che portava tanto scompiglio, che incantava la folla, la cui presenza inibiva, quasi paralizzava quanti avrebbero dovuto arrestarlo. Le guardie infatti non lo catturano per condurlo ai capi dei sacerdoti e ai farisei, perché si rendono conto che "mai un uomo ha parlato così". Le guardie, non i capi, riconoscono in Gesù un "potere", un'autenticità nel suo parlare, nel suo essere “tutto” in quel che dice e compie. 

I capi si appellano alla Scrittura, come già prima, nel dissenso tra la gente, e si spingono a ritenere "maledetti" quanti, a detta loro, stanno fuori da essa: persino la Scrittura può essere scagliata contro gli altri, può essere letta contro gli altri, può essere rimpicciolita da sguardi che si sentono minacciati nelle proprie sicurezze! 

Così l'interpretazione data dai capi, almeno da alcuni tra i capi dei sacerdoti e tra i farisei, schiaccia chi sta di fronte, sia le guardie sia Nicodemo, al quale viene scagliata addosso la necessità di studiare. Nicodemo conosceva bene la Scrittura, ma, a differenza degli altri, aveva osato lasciarsi raggiungere, lasciarsi mettere in questione da Gesù. L'evangelista lo presenta come "uno di loro", che parla a partire dalla "nostra Legge", ma lo presenta anche come colui che "era andato precedentemente da Gesù", che forse aveva quindi cominciato la sua "rinascita dall'alto" (cf. Gv 3).

Di fronte alla presenza di Gesù non si può restare indifferenti: Gesù è venuto e viene a “costringerci” a discernere tra tante presenze che passano e la sua presenza di vita che non passa, presenza da discernere nelle Scritture e nel dispiegarsi dei giorni, nell’osare sentire quella sete che solo in lui può trovare senso.

L’ultimo versetto annuncia semplicemente che ognuno fa ritorno alla propria casa, alla propria vita, alle proprie sicurezze. Ma, potremmo chiederci: è proprio vero che un vero incontro con il Signore Gesù fa tornare a casa senza che nulla in noi si sia smosso? Sappiamo riconoscere nel parlare di Gesù una parola vera e autentica anche per le nostre vite e per le vite di chi ci sta intorno, vicino o lontano?

sorella Silvia