Il Dio fedele al tempo della storia
31 dicembre 2025
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 3,23-38 (Lezionario di Bose)
23Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent'anni ed era figlio, come si riteneva, di Giuseppe, figlio di Eli, 24figlio di Mattat, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innai, figlio di Giuseppe, 25figlio di Mattatia, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggai, 26figlio di Maat, figlio di Mattatia, figlio di Semein, figlio di Iosec, figlio di Ioda, 27figlio di Ioanàn, figlio di Resa, figlio di Zorobabele, figlio di Salatièl, figlio di Neri, 28figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, 29figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattat, figlio di Levi, 30figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliachìm, 31figlio di Melea, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natam, figlio di Davide, 32figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naassòn, 33figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, 34figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, 35figlio di Seruc, figlio di Ragàu, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, 36figlio di Cainam, figlio di Arfacsàd, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamec, 37figlio di Matusalemme, figlio di Enoc, figlio di Iaret, figlio di Maleleèl, figlio di Cainam, 38figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.
Oggi questo testo sembra più uno scioglilingua che una buona notizia, un lungo elenco di nomi, tranne qualcuno qua e là, pressoché sconosciuti. Il ritornello che ricorre sempre è “figlio di” per ben 77 volte.
La storia è narrata a partire da una paternità e un essere figlio. Una paternità che arriva fino ad Adamo figlio di Dio. L’umanità è nata dalla mano di Dio e Gesù, di cui in questi giorni abbiamo ricordato la nascita e i suoi primi anni, si inserisce in questa storia dei figli di Dio. Una storia fatta di uomini e donne concreti.
Non ci sono nomi di donne, come nella genealogia di Matteo, ma ogni figlio non può che nascere da una donna, maternità silenziosa di cui spesso non viene riconosciuta la forza e la verità in essa contenuta e custodita, ma maternità che ha permesso alla storia di realizzarsi nascita dopo nascita, “figlio di” dopo “figlio di”. Genealogia femminile dimenticata, ma che con dolore e gioia per ogni nascita porta avanti la vita del mondo.
Anche Maria è stata il tramite, attraverso il suo ascolto, la sua accoglienza e il suo sapersi affidare all’annuncio e alle parole dell’angelo, che ha permesso al Figlio di Dio, Gesù di prendere carne e diventare uomo.
Scorrono anche i nomi dei patriarchi. Luca ci ricorda che: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi perché tutti vivono per lui.” (Lc 20,37). Allora rileggere questa genealogia è fare memoria del nostro Dio che ha abitato la storia, che è restato accanto al suo popolo, un Dio che accompagna l’umanità e ogni essere umano. Un Dio che resta fedele nel tempo che passa all’alleanza che ha stabilito con l’umanità. Un Dio che con gli umani attraversa il dolore e la sofferenza della storia, il gemito della creazione e il male del peccato umano.
Oggi è anche l’ultimo giorno dell’anno, tappa del tempo che passa, che segna una fine e apre a un nuovo inizio. È bello rinnovare questa speranza nel Dio che salva la storia, l’umanità e ogni essere umano. Il nostro Dio non è un Dio che cambia la storia, ma che la condivide con noi, che manda lo Spirito per attraversare e vivere i momenti bui e di dolore della vita e che ogni vita e storia porta con sé. Attraversando la storia Dio la accompagna verso la salvezza, verso la vita del mondo che verrà.
Questo testo di papa Giovanni può accompagnarci in questa giornata finale dell’anno, tenendo nel cuore un pensiero di gratitudine per il bene che anche quest’anno abbiamo ricevuto:
“Un anno è abbastanza lungo.
Anche se qualche giorno fu ferito dal dolore e dalla sofferenza,
non è mancata la nota lieta che ha addolcito le ore:
una parola di conforto, qualche cosa di armonioso,
come il destarsi di un ricordo lontano,
il contemplare il frutto della propria fatica:
un momento di speciale intimità con Dio:
un raggio di sole che ha rotto le nuvole:
una lettera, una visita, un pensiero memore e gentile.
Forse furono attimi, ma il Signore non ce li ha lasciati mancare.”
sorella Roberta
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