Scandalosa pace

Giovanni Frangi
Giovanni Frangi

23 ottobre 2025

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 12,49-53 (Lezionario di Bose)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 49«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».


Quel Gesù per il quale al momento della nascita gli angeli hanno cantato: “Pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2,14), lo stesso Gesù che annuncia la pace a coloro che guarisce (cf. Lc 7,50), oggi ci mette di fronte ad affermazioni che dicono il contrario: “Pensate che sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione” (v. 51). Eccoci di fronte a una pagina del vangelo che, non dobbiamo negarlo, ci sconvolge, che fatichiamo a capire. In chi abbiamo creduto? Chi è questo Gesù che ci vorrebbe far bruciare i cuori con un messaggio che annuncia divisione?

Come possono essere “buona notizia” queste parole? Come lo possono essere in vissuti spesso segnati dal dolore per la separazione, per la lacerazione di legami importanti, delle relazioni vitali. Desideriamo consolazione di fronte al fallimento delle nostre amicizie, di fronte allo scandalo di divisioni proprio laddove ci aspetteremmo comprensione e dialogo, quando la distanza dalla persona amata è incolmabile, l’incomprensione con i figli raggiunge livelli non più recuperabili, quando un tradimento ha spezzato la fiducia. E invece…

Gesù non offre consolazione, anzi. Egli pronuncia parole per preparare a quel battessimo di fuoco che sarà il suo, sulla croce. Un cambiamento che sconvolgerà i suoi discepoli e che ancora rimane faticoso da comprendere per noi: Gesù, Re dei re che regna da una croce, colui che salva incarnandosi, entrando a far parte di una realtà, di un’umanità in cui esistono il male e l’odio, di un mondo in cui prevalgono la logica del più forte, la tentazione di fare ricorso alla violenza per risolvere un confronto, dove lo sguardo è attirato dal potente. Gesù non viene per cambiare magicamente il cuore degli esseri umani, la sua pace non si impone, richiede fatica, si raggiunge solo passando attraverso il fuoco, accettando di stare “divisi … contro” (v. 52), a causa della scelta di fronte al suo messaggio d’amore che non permette più di rimanere neutrali

“D’ora innanzi” (v. 52), oggi, non ci potrà essere una pace a “buon mercato”, meno scandalosa e paradossale di quella annunciata da Gesù. Perché scegliere il vangelo è scandaloso, va contro le nostre logiche, contro la ragione e l’interesse. D’ora innanzi però, la venuta di Gesù, la sua parola ci offrono la possibilità di attraversare questo fuoco che purifica e fa emergere la nostra autenticità, porta unità nel nostro cuore. La sua parola brucia ciò che non è essenziale, ciò che è superfluo, fa cadere maschere e sovrastrutture. E rivela ciò che è davvero portatore di senso nelle nostre esistenze, indicandoci la via per rimanere umani, per non perdere e sfigurare la nostra umanità, pur nella sofferenza di lotte, di separazioni e divisione profonde. La vita di Gesù attesta che è possibile rimanere umani nella pace scegliendo di rispondere alla violenza, all’indifferenza, all’odio, alla separazione, con una vita plasmata dal fuoco bruciante del vangelo.

Recentemente un anziano sapiente ha pronunciato queste parole: “Vorrei riaffermare che la pace vera, duratura, risiede nell’animo dei popoli. Diversamente, sotto la cenere della fine delle violenze cova il rancore, pronto a divampare nuovamente alla prima occasione che possa essere sfruttata, per rendersi conto allora che la fine delle violenze si trasforma, purtroppo, in una parentesi tra due esplosioni” (Sergio Mattarella, 14 ottobre 2025).

Gesù non è venuto per portarci divisione ma ci ha portato e donato la sua vita e la sua parola. Accoglierla può diventare per noi la via per disinnescare e mettere fine alla catena di “esplosioni” dentro e fuori di noi. 

sorella Elisa