Il vangelo “spalanca” varchi

Giovanni Frangi
Giovanni Frangi

30 settembre 2025

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 24,44-49a (Lezionario di Bose)

In quel tempo, 44 Gesù risorto disse agli Undici: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».


Oggi grazie alla memoria di san Gerolamo, appassionato e folle di amore per le sacre Scritture, “spalanchiamo” tutto il nostro essere per fare uscire ciò che ci abita e guardare oltre superando le tante barriere mentali e spirituali che ci sono di impedimento.

Nel vangelo che narra l’apparizione di Gesù risorto ai suoi con grande insistenza troviamo lo stesso verbo διανοίγω che possiamo tradurre con “spalancare”. Già nell’episodio dei discepoli di Emmaus che precede il brano odierno, Gesù “spalanca” la sapienza della legge e dei profeti e di tutte le scritture (cf. Lc 24,29.31) ai due che tristemente se ne stanno andando via da Gerusalemme, carichi del peso dei tre giorni trascorsi e disillusi della loro idea di messia: Gesù “spalanca” i loro occhi (Lc 24,31).

Nel brano odierno “spalanca” agli undici e alle donne che sono con loro la mente (cf. v. 45). Il vangelo è un susseguirsi continuo di varchi che si aprono, occhi che tornano a vedere, menti che riconoscono il loro peccato e ricominciano a vivere. Ogni azione di Gesù è in qualche modo terapeutica e permette il ritorno alla vita piena liberata dai recinti che ci soffocano costruiti dagli umani e in particolare dagli uomini religiosi.

Il paradosso è il filo rosso che attraversa la Scrittura e permette di ritornare ogni volta alla buona notizia, all’evangelo nonostante tutto, nonostante noi.

La vita di Gerolamo ne è testimonianza: di carattere scontroso e temperamento facile al surriscaldamento, con vicissitudini personali segnate da una peregrinazione frequente con tempi in varie comunità o in solitudine, riesce a convogliare tutte le sue energie personali e non facili da gestire nello studio e nella traduzione della Scrittura. La sua traduzione in latino, la Vulgata, è stata ed è riferimento per lo studio della Bibbia.

La parola in lui ha “spalancato” ciò che le comunità, gli incontri e l’ascesi non erano riusciti ad aprire. Accade a lui, come ai due discepoli di Emmaus anonimi e possiamo immaginare che tramite loro accade a noi tutti e tutte. Il mistero della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo attraverso le energie dello Spirito santo “spalanca” ogni chiusura delle menti, apre varchi forzando i recinti delle leggi inumane, permette di porre la vita di ogni bambino, donna e uomo, prima di ogni interesse economico e opportunità politica.

“Pensate ai muri, escludenti. Costruiamo muri, così ci leviamo persino il fastidio di vedere, perché il clochard dà fastidio. I muri sono anche spirituali: i muri negli occhi! Potrebbe succedere anche perché leggiamo giornali che sono muri, ci chiudono gli occhi. Attenzione a tutto ciò che restringe: ‘Allarga lo spazio della tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le cordicelle’ (Is 54,2). Noi non vediamo, e quindi non sappiamo” (Angelo Casati).

Nel nome di Gesù morto e risorto si “spalancheranno” i nostri occhi, sarà predicata la conversione, “spalancati” i forzieri in cui nascondiamo come tesori preziosi i nostri peccati affinché ce ne sbarazziamo ritornando a essere liberi. 

In alcuni dialetti, la “palanca” è una barra di legno o più spesso di ferro ricurva, strumento che come una grande leva, si utilizza per forzare, aprire un varco. Gerolamo, con la sua irruenza, oggi ce la lascia come regalo e memoria: la Scrittura “spalanca” varchi nei recinti e nelle barriere affinché possa ardere il nostro cuore come ai discepoli di Emmaus, come a Gerolamo.

fratel Michele