Fuori del coro

Giovanni Frangi
Giovanni Frangi

8 settembre 2025

Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 1,1-16 (Lezionario di Bose)

1Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, 4Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, 5Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, 7Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, 8Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
12Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, 13Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, 14Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.


Memoria della nascita di Maria di cui il calendario liturgico ricorda, con Gesù e Giovanni il Battista, non solo la “nascita al cielo” della fine della vita, ma anche quella dell’inizio, a sottolineare la particolare importanza, per la storia di salvezza, di ciò che hanno vissuto e del come l’hanno vissuto.
Della nascita e delle vicende iniziali di Maria sappiamo ancora meno che degli altri, solo notizie da un vangelo apocrifo, che non appartengono alla rivelazione. La data della memoria odierna sarebbe quella della dedicazione, avvenuta a Gerusalemme nel IV secolo, della Basilica di sant’Anna, la madre di Maria, sempre secondo il suddetto vangelo.
Un brano evangelico particolare questo, che oltre a dire che Maria è la madre di Gesù, è l’unico che la colloca esplicitamente nella sua genealogia messianica come punto di arrivo, assieme a Giuseppe.
Genealogia al maschile, come d’uso, ma con l’inserimento di quattro figure femminili, oltre appunto a Maria, inserimento che con il suo “generò … da…” crea, anche letterariamente, una rottura del ritmo altrimenti quasi del tutto regolare. Se ci lasciamo condurre dal testo ci ritroviamo subito in una rottura dell’uniformità, quasi a ricordarci, prima di ogni altra considerazione, che il Signore della storia e delle vicende umane non disdegna l’irregolarità e, se poi approfondiamo un po’, dobbiamo ammettere che è più disponibile, fantasioso, ironico e tagliente di quanto spesso pensiamo.
La stessa collocazione dice forse qualcosa: le figure femminili si concentrano tutte nella parte iniziale della genealogia, segnandola fino a diventarne le radici, obbligandoci a prenderle in considerazione. Ma anche di più se si pensa che non vengono neppure nominate le grandi figure femminili degli inizi: Sara, Rebecca, Lia e Rachele, le mogli dei patriarchi che con la loro vita e le loro azioni, buone e meno buone, sono all’origine del popolo di Israele. Ancora una volta la rivelazione non accoglie il tutto già ben preparato e a disposizione, lo scontato tutto sommato positivo, ma percorre, e ci costringe a percorrere, altre vie e altre narrazioni.
Vite “fuori del coro” quelle di queste donne che portano avanti la storia di salvezza generando in modo problematico un antenato del Messia, preparazione del “fuori coro” per eccellenza di Maria, alla fine della genealogia. Una cananea vedova-adultera, furba al di là dell’accettabile, che rischia la vita sua e del figlio. Una cananea collaborazionista, traditrice del suo popolo e più lungimirante dei suoi concittadini di Gerico, che salva la sua famiglia ed entra in Israele. Una moabita che ama la suocera ormai senza futuro e che subisce e accoglie usi e costumi che non le appartengono. Una che non vale neppure la pena nominare: “quella di Uria l’Hittita” che forse prepara e certamente coglie al volo una ghiotta occasione di innalzamento. Capace di non lasciarsi troppo turbare dai vincoli precedenti, dalla morte del marito legittimo e del primo figlio, sarà poi ricattatrice intrigante e imbrogliona pur di portare al potere l’altro figlio Salomone.
Figure diversamente discutibili, o piuttosto semplicemente vite meno “in regola” di quanto ci illudiamo debba essere tutto ciò che entra in relazione con Dio? Preludio della “umiltà della tua serva” (Lc 1,48) nella quale si è collocato il Dio fatto uomo.

fratel Daniele