Il dono dello Spirito
29 maggio 2025
Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 14,12-21
In quel tempo Gesù disse:" 12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».
In questo brano, Gesù promette la venuta dello Spirito, il “Paraclito”.
La parola Paraclito significa, alla lettera, "colui che sta vicino”; in latino si traduce con la parola "advocatus" ma, anticamente l’avvocato non era colui che difendeva l'imputato, perché in tribunale era l'imputato che parlava e l'avvocato faceva la parte del suggeritore. Tutto questo ci dice che lo Spirito non parla al nostro posto ma ci suggerisce. Non decide per noi ma ci consiglia cosa e come decidere; non fa le cose per noi, ma ci propone cosa fare; non perdona al nostro posto, ma ci insegna come perdonare e come guarire dalle ferite subite; non ci risolve i conflitti ma ci educa a gestirli bene; non cancella i lati oscuri del nostro passato ma ci insegna a trovarne il senso e a sfruttarli sempre di più nel presente, nell'oggi.
Lo Spirito (pneuma) è simile al vento (cf. Gv 3,8), quindi non lo possiamo vedere direttamente ma lo possiamo sentirne gli effetti, come quando udiamo il vento sibilare, lo percepiamo sulla nostra pelle o vediamo un albero che a causa del vento si piega.
La Scrittura ci racconta anche il modo in cui lo Spirito si è rivelato nella storia della salvezza. Nel libro degli Atti degli apostoli, ad esempio, lo Spirito si manifesta visibilmente attraverso la trasformazione di questi poveri uomini, che con audacia e franchezza cominciano a un certo punto a proclamare il vangelo.
È la stessa esperienza di trasformazione già fatta dai profeti. Ad esempio, possiamo ricordare Geremia che dice: "Nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo" (Ger 20,9).
Paolo da parte sua dice: "Guai a me se non predicassi il vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato” (1Cor 9,16-17). E Pietro, quando si trova sotto la minaccia delle autorità giudaiche, ha il coraggio di dire con franchezza: "Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini" (At 5,29).
Infine, il brano ci suggerisce che lo Spirito si manifesta nell'unione tra Padre e Figlio: è l'amore che li unisce. L'amore è relazione e comunicazione. Per sua natura l’amore che sperimentiamo come esseri umani non tende alla solitudine, ma alla comunione. Ciascuno di noi è una presenza che cerca e chiede; ognuno di noi è una presenza che ascolta e chiama. E proprio perché gli uomini sono frammenti che si cercano per ricomporsi, la vita non può essere un vissuto solitario; è rapporto, amicizia, amore; è accettarsi nella dimensione incompleta di uomo o di donna che ha bisogno dell'altro. Lo Spirito ci dice che questo è anche il bisogno di Dio.
fratel Paolo