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#Silenzio #Salmo 65

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Per te il silenzio è un canto di lode
o Dio, in Sion
per te si mantengono i voti
tu ascolti la preghiera.
A te viene ogni essere di carne
con il peso del peccato
i sensi di colpa sono più forti di noi
ma tu li dissolvi.
Beato chi scegli e inviti
a dimorare alla tua presenza
ci sazieremo dei beni della tua casa
della santità della tua dimora.
Ci rispondi con i prodigi della tua giustizia
o Dio nostro salvatore
speranza degli orizzonti della terra
e dei mari lontani.
Avvolto di forza e di potenza
rendi salde le montagne
tu plachi il fragore del mare e delle onde
il tumulto dei popoli.
Stupiscono gli abitanti lontani
alla vista dei tuoi segni
alle porte dell’oriente e dell’occidente
tu desti l’esultanza.
Tu visiti la terra e la disseti
la colmi di beni
il fiume di Dio trabocca d’acqua
tu prepari le messi.
Così tu prepari la terra
irrighi i suoi solchi
appiani e intenerisci le sue zolle
benedici i suoi germogli.
Incoroni l’annata con i tuoi beni
al tuo passaggio sgorga l’abbondanza,
zampillano le oasi del deserto.
Le colline si vestono di esultanza
i prati si ammantano di greggi
le valli si adornano di messi
tutto canta ed esulta di gioia!

(Traduzione dal Salterio di Bose)


Ciao amica,
Ciao amico,

quest’oggi ci lasciamo avvolgere dalla pace, dalla serenità e dalla gioia che traspaiono dal salmo 65. Con questo salmo si verifica quello che il grande padre della chiesa Atanasio di Alessandria scrisse nella Lettera a Marcellino: “Il salterio ha questo di straordinario, che le sue parole ciascuno le canta come se fossero scritte per lui”. Il salmo 65 sembra essere stato scritto per te, per me, per noi, per dare voce al nostro intimo che sente il peso dei peccati e anela alla liberazione, per il nostro cuore spesso sclerotizzato dalle ansie e dalle frustrazioni che ne rallentano il battito ma che aspira a una pienezza di vita e a una saldezza che non tema più tempeste e tumulti.

L’incipit è un elogio del silenzio da cui scaturisce una lode strabiliante nei confronti di Dio nostro salvatore, speranza degli orizzonti della terra e dei mari lontani, che perdona i peccati e dissolve i sensi di colpa, che anima il creato e si prende cura di esso con prodigi che aprono allo stupore di chi a lui si affida.

Il silenzio è forse l’elemento più difficile da vivere nella nostra vita. Immersi nel caos non abbiamo il tempo di incontrarlo e spesso neppure la voglia, perché ci fa paura. Quando si tace si è sommersi da vorticosi pensieri, dagli strascichi di un passato spesso tempestoso, dalla noia di un presente che ci appare amorfo, immobile, fermo, e dall’angoscia di un futuro incerto e senza senso. Il silenzio non è un valore assoluto, incondizionato. In esso può annidarsi il timore di scoprirsi feriti, può accovacciarsi l’indifferenza e l’omertà, può nascondersi la resa, la rinuncia a vivere, il desiderio di stare alla larga dai conflitti e dalla scomodità emotiva che essi inevitabilmente comportano. Può generare mutismi infiniti, perpetrare rancori sterili, soffocare relazioni sempre difficili da gestire se sono autentiche. Eppure prezioso è il silenzio amico, provvido e gentile, quel silenzio che alcuni luoghi ce l’hanno impresso in ogni anfratto, quel silenzio che alcuni volti lo portano scolpito tra le rughe, gestazioni di un tempo lunghissimo di attese, sorrisi e lacrime. È il silenzio prezioso di chi vive una solitudine feconda e aperta all’alterità, nell’ascolto della parola di Dio, del grido dei poveri e dei gemiti della creazione. È il silenzio dei padri del deserto con cui accoglievano i loro ospiti: non rivolgevano la parola a chi si presentava loro per la prima volta, piuttosto rimanevano in silenzio. “Se per lui non è edificante il mio silenzio, non c'è speranza che lo siano le mie parole”, dicevano. Il silenzio è lotta contro la banalità, è ricerca ansimante di verità autentiche, è accoglienza delicata del mistero che si nasconde in ogni persona e essere vivente che decidiamo di incontrare. Il silenzio non spiega la sofferenza ma la attraversa e fa sgorgare da essa scintille di fuoco, bellezza e passione. Non c’è niente di più intimo del silenzio condiviso tra due amanti, tra due amici che contemplano lo stesso tramonto, tra persone che condividono le stesse intemperie del destino. La pratica austera del silenzio può generare in noi una saggezza incrollabile più di quanto avremmo mai creduto possibile, ci apre alla fiducia e all’accoglienza, ci permette di amarci per quello che siamo e di accettare con gentilezza l’altro e le cose per quello che sono. Il silenzio può farci ritrovare il nostro vero e autentico swing…