Una vita semplice e povera

Fratelli, sorelle
dice la nostra Regola nel capitolo dedicato alla povertà:

“Tu cercherai di osservare un ritmo di spese e consumi economici adeguati alla vita della comunità, ai suoi bisogni e allo stile di vita semplice e povera di ogni cristiano. Esprimerai la povertà nel modo di vestirti, di comportarti, di usare dei beni comuni, nella scelta dei mezzi di trasporto senza moltiplicare le tue esigenze” (RBo 21).

Queste istanze sono richieste a noi dalla Regola sempre, ma devono essere ribadite e particolarmente sottolineate in un momento critico economicamente per tantissime persone come quello attuale. Perché la nostra vita non diventi ipocrisia e scandalo. Ognuno di noi deve interrogarsi sullo stile di vita, sulle spese, sul rapporto con il denaro, sul possesso e sull’uso di mezzi di comunicazione, e vedere se questo risponde a una misura monastica comunitaria o se non corrisponde neppure a quello che la Regola chiama “stile di vita semplice e povera di ogni cristiano”. Che non avvenga che l’aver a disposizione tante cose e molti beni ci conduca alla cecità spirituale già denunciata dal salmista: “L’uomo nel benessere non comprende” (Sal 49,21). E non solo si ottunde e non comprende, ma anche, dice ancora il Salmo, “non dura” (Sal 49,13).

La mondanità si infiltra nei cuori e nelle comunità anche attraverso dimensioni concrete e materiali e si manifesta, tra l’altro, in due aspetti. Anzitutto i comportamenti, come dice la nostra Regola. Dove con comportamenti si intende la mentalità padronale e arrogante, la logica di potere, di controllo degli altri, gli sguardi invasivi e le parole aggressive di chi si sente sicuro di sé. Povertà è ciò che si oppone a potere. Sappiamo dalla storia della povertà in Occidente che pauper, “povero”, trovava il suo contrario non solo in dives, “ricco”, ma anche e anzitutto in potens, “potente”. Agli antipodi del potens si trova il povero in spirito, il mite.

Ma oltre ai comportamenti padronali e arroganti, la mondanità che offende lo stile di vita semplice e povero della vita cristiana si esprime nei privilegi. Cioè, in esenzioni che qualcuno si concede e impone agli altri, in abitudini inveterate che sembrano quasi intoccabili, in rapporti di dare e avere, in idioritmie che si sottraggono alla misura comunitaria. Spesso si tratta di piccoli, perfino infimi privilegi, a volte minime gratificazioni affettive all’interno di rapporti che più che di libertà sono di uso.

Perciò, fratelli e sorelle, siamo sobri e vigilanti, perché il nostro Avversario, il divisore, come leone ruggente si aggira cercando una preda da divorare. Resistiamogli saldi nella fede e impegnati a custodire uno stile di vita semplice e povero alla nostra vita. E tu, Signore, abbi pietà di noi.

fratel Luciano