Un seminario ecumenico internazionale sulle radici dei conflitti religiosi

Il gruppo di lavoro
Il gruppo di lavoro

Dal 24 al 27 ottobre 2018, la Comunità monastica di Bose ha ospitato un seminario ecumenico internazionale, organizzato in collaborazione con l’Istituto biblico teologico Sant’Andrea di Mosca, dedicato al tema: “Teologia e violenza. Discernere le radici dei conflitti religiosi”.

La situazione contemporanea conosce l’esplosione di molti conflitti per motivi politici, nazionalistici e religiosi. Questo pone sfide serie alla teologia cristiana e anche alla teologia di altre religioni. Il Cristianesimo si definisce una religione della pace e della riconciliazione (“Benedetti gli artefici di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”).

Sin dagli inizi, i cristiani hanno conosciuto persecuzioni a causa della loro fede, e il martirio è stato lodato come la forma più alta della testimonianza di fede: molti cristiani ancora oggi sono vittime di persecuzioni e discriminazioni, specialmente nel Medio Oriente, nell’Africa sub sahariana, in Pakistan e altre parti del mondo. La teologia del martirio aiuta cristiani di confessioni diverse a superare le loro differenze e convergere verso l’unità (l’“ecumenismo del sangue” nella definizione di Papa Francesco). Al tempo stesso, la storia ha mostrato la violenza usata da cristiani contro altri gruppi religiosi: non-Cristiani, “eretici”, anche contro correligionari con visioni politiche diverse o appartenenti ad altri gruppi etnici. La teologia ha spesso elaborato argomenti per giustificare la coercizione (da Agostino a Lutero e Calvino).

La violenza, almeno nelle sue forme legittime, è presente in ogni sistema politico (Max Weber). Il problema è discernere se anche la religione sia basata sulla violenza o debba ricorrere alla violenza per preservare ordine nella società e arginare una violenza maggiore. René Girard ha trasformato ildibattito sulla religione e la violenza nella sua provocatoria “teoria mimetica”. La “religione” (specialmente dove implica la dimensione sacrificale) non è null’altro che il tentativo di sopravvivere da parte di determinati gruppi in competizione per il riconoscimento.

Il convegno ha intrapreso una riflessione teologica sull’enigmatica contiguità tra violenza e religione, affrontando domande:

RELATORI

Prof. Paul S. FIDDES
Oxford University (Oxford, UK)

Dr. Svetlana KONACHEVA
Russian State University for Humanities (Mosca, Russia)

Prof. Edward J. MAHONEY
Saint Michael College (Colchester, USA)

Rev. Dr. Augustinos BAIRACTARIS
Patriarchal University Ecclesiastical Academy of Crete (Greece)

Dr. Alexei BODROV
St. Andrew’s Biblical Theological Institute (Moscow, Russia)

Rev. Dr. Stefano CAPRIO
Pontificio Istituto Orientale (Roma, Italia)

Sergei CHAPNIN
Research Associate in Postsecular Conflicts Project, University of Innsbruck (Austria)

Dr. Minlib DALLH, op
University of Oxford (UK)

Dr. Oleg DAVYDOV
Far Eastern Federal University (Vladivostok, Russia)

Rev. Hans Ulrich GERBER
Anabaptist Forum for Peace and Justice (Villeret, Switzerland)

Dr. Shushan KHACHATRYAN
Armenian Genocide Museum-Institute (Yerevan, Armenia)

Dr. Michael KIRWAN, sj
Loyoal Institute, Trinity College, Dublin (UK)

Dr. Ondřej KOLÁŘ
Evangelical Theological Faculty, Charles University (Prague, Czech Republic)

Dr. Fredrerick LAURITZEN
Scuola Grande di San Marco (Venezia, Italia)

Fiodar LITVINAU

PhD Candidate, Ludwig-Maximilians-Universität München (Germany)

Fr. Adalberto MAINARDI
Monastero di Bose (Magnano, Italia)

Dr. Svetlana MARTYANOVA
Vladimir State University (Vladimir, Russia)

Prof.ssa Simonetta SALVESTRONI
Università di Cagliari (Cagliari, Italia)

Pavlo SMYTSNYUK
PhD Candidate, University of Oxford (UK)

Mikhail TOLSTOLUZHENKO
St. Andrew’s Biblical Theological Institute (Moscow, Russia)

Dmitry UZLANER
Russian Presidential Academy of National Economy and Public Administration (Moscow, Russia)