Warning: getimagesize(images/newsletter/ecumenismo/finestra_ecumenica_2018/19_06_25__Nathan_Soderblom.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

Warning: getimagesize(images/newsletter/ecumenismo/finestra_ecumenica_2018/19_06_25__Nathan_Soderblom.jpg): failed to open stream: No such file or directory in /home/monast59/public_html/plugins/content/multithumb/multithumb.php on line 1563

+ Nathan Söderblom (1866-1931) Arcivescovo di Uppsala

Multithumb found errors on this page:

There was a problem loading image 'images/newsletter/ecumenismo/finestra_ecumenica_2018/19_06_25__Nathan_Soderblom.jpg'
There was a problem loading image 'images/newsletter/ecumenismo/finestra_ecumenica_2018/19_06_25__Nathan_Soderblom.jpg'
Nathan Söderblom
Nathan Söderblom

ABCDell'Ecumene

Alcune foto appese alle pareti hanno subito attirato la mia attenzione appena entrato nel Castello di Bjärka-Säby, per un Convegno sul monachesimo organizzato nel gennaio 2010 dall’omonima Comunità ecumenica che ora vi ha sede. Ero in compagnia di p. Paolo Dall’Oglio, il fraterno amico gesuita di cui non sappiamo più nulla dopo la sua scomparsa a Raqqa il 29 luglio 2013. Nelle foto di gruppo scattate sulla scalinata di ingresso della dimora almeno ottant’anni prima, ho subito riconosciuto il vescovo luterano di Upssala + Nathan Söderblom, pioniere dell’ecumenismo e Premio Nobel per la pace nel 1930, una delle figure più care a Bose tra i testimoni dell’unità dei cristiani nel XX secolo.

Un recente convegno organizzato a Ginevra dal Consiglio ecumenico delle Chiese ci permette di conoscere più da vicino questo pastore luterano divenuto arcivescovo di Upssala a 38 anni e rivelatosi da subito efficace promotore del dialogo e della ricerca dell’unità visibile dei cristiani, un visionario capace di “immaginare un nuovo modo di essere chiesa” nel mondo contemporaneo.

La prima guerra mondiale era appena iniziata e il mondo era in piena crisi, smarrito, per molti versi non così dissimile da quello di oggi, attraversato da paura, odio e ostilità. L’audacia di Söderblom è stata quella di affrontare la crisi, umana prima ancora che politica, prefigurando un nuovo modo di rapportarsi agli altri alla luce del Vangelo.

In un libro a lui dedicato, Nathan Söderblom. Chiamato a servire,il vescovo emerito + Jonas Jonson, ha descritto con efficacia la capacità visionaria e l’audacia profetica di un uomo di fede che ha saputo contagiare i suoi interlocutori appartenenti alle diverse confessioni cristiane: “Da giovane – scrive Jonson – aveva condiviso la spensieratezza dell’epoca prebellica, il gusto per la modernità e la convinzione che religione, cultura, scienza e tecnologia avrebbero assicurato un futuro luminoso all'umanità. Con impegno e inesauribile energia, aveva personificato l'ottimismo dell’anteguerra, aveva goduto dell’apertura di molte frontiere, così come dell’avvio di scambi accademici e dei primi segni di cooperazione e di unità tra cristiani”.

Ma divenuto a sorpresa arcivescovo all’inizio della prima guerra mondiale, mise subito all’opera la sua capacità di creare relazioni autentiche tra le persone, senza temere di apparire come voce critica”. Molti colleghi nell’episcopato “lo trovavano imprevedibile, poco preoccupato dei dogmi e spesso troppo radicale nelle questioni sociali; consideravano insomma i suoi progetti ecumenici e internazionali di unità e pace come un’impresa personale" e non come un appello evangelico alla chiesa tutta.

Finì però per affermarsi ben presto “come l'arcivescovo più carismatico, aperto ed energico che la Chiesa di Svezia abbia mai conosciuto dalla Riforma del XVI secolo”. A questo riconoscimento, divenuto via via sempre più unanime, contribuì da un lato il suo straordinario prodigarsi nel lavoro di soccorso durante e dopo la guerra e, d’altro lato, le sue rare qualità intellettuali che lo portarono a essere nominato membro dell'Accademia svedese e riconosciuto come una delle personalità più rispettate in Europa. Il conferimento del Premio Nobel per la pace l’anno precedente la sua prematura scomparsa è il sigillo a una vita spesa nella sequela del Signore Gesù Cristo attraverso un’infaticabile azione tesa al bene comune e alla riconciliazione tra le Chiese e le nazioni.

Fratel Guido

Tags: ABCDell'Ecumene